Moto e Quad a caccia di gloria



01 Marzo 2008

Non solo auto all’Italian Baja. La prima volta delle moto fu nel 1998 e vinse un certo Fabio Farioli (primo anche nel 2000 e 2001), gigante bergamasco nel cui curriculum figurano titoli mondiali enduro, tanto per gradire. Gli altri primattori sono stati Juan Roma (1999), Matteo Graziani (2002), Franco Dal Bello (2003), Akos Varga (2005) e Nicola Dutto (2006).

 

Niente due ruote l’anno scorso, quando la corsa non rientrava in alcun calendario ufficiale di specialità. Ma l’edizione 2008 ripropone grandi stimoli ai centauri aprendo i giochi del Campionato Baja italiano ed europeo, nonché Campionato triveneto e Alpe Adria, formule magiche per chiamare a raccolta quelli che non temono le insidie di un percorso duro e selettivo, con le incognite del greto del Tagliamento e le asperità di salita e discesa sulla “mulattiera” del Monte Jouf.

 

Favorito anche stavolta il torinese Dutto con un Suzuki RM-Z, in attesa di verificare se davvero, come annuncia radio corsa, si iscriveranno un paio di ufficiali del Team Aprilia e Graziani, pluridecorato motorally. Per i quad l’ingresso all’Italian Baja data 2001 e fu Angelo Montico a mettere tutti in riga gli interpreti delle moto a quattro ruote. Il “Gigante dei Magredi” si è ripetuto nel 2003 mentre le altre edizioni sono state appannaggio di Jurgen Mastrocola (2002), Giorgio Arduini (2005), Michel Bariel (2006) e Dario Segato (2007).

 

Quest’anno la sfida si presenta più agguerrita che mai, contando già sulla partecipazione del campione europeo in carica, il polacco Radoslaw Sawicz (Yamaha YFZ 450), del ceco Josef Machacek (Yamaha Banshee), vincitore alla Dakar 2007, e del tedesco Juergen Mohr (Polaris), vincitore della Coppa Europa 2005. Tra gli italiani da citare per ora Pierluigi Rovegno (Polaris Outlaw del team Basercross), Gianmarco Fossà (Suzuki LTR 450 del team Mgm) e “Spiderman” (Yamaha XX 450T del team Flying Devils). Da vedere infine quali saranno i portoghesi in lizza, sempre molto temibili perché di solito piloti velocissimi, anche se le caratteristiche del tracciato dell’Italian Baja (sassi, buche, guadi) sono decisamente diverse da quelle delle piste lusitane in terra battuta.

 

Carlo Ragogna Ufficio Stampa italian Baja

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