Veloce e spettacolare il circuito in cui si correva il prologo delle auto.
La grande kermesse motoristica è partita di slancio con il vento in poppa. All'Osservatorio Ariete pareva di essere alla Fortezza Bastiani nel deserto dei Tartari, con le cavallerie schierate e tutti pronti ad andare all'attacco. Polvere, tanta polvere sul velocissimo tracciato dei primi due settori selettivi per le moto e del prologo per le auto. Colpa di due mesi e mezzo di secco.
Già le moto da sole riuscivano ad alzare dei giganteschi mulinelli di sassi e sabbia, i quad hanno aumentato l'effetto nebbia, oltre tutto viaggiando vicinissimi, uno dopo l'altro, e per concludere le auto e l'unico camion hanno fatto a gara a chi si
nascondeva di più dopo ogni staccata. Spettacolo comunque garantito per i non pochi appassionati che si sono presi un pomeriggio di libertà per assistere all'antipasto dell'Italian Baja, che tra oggi e domani servirà i piatti migliori durante la prima e seconda tappa.
Bello anche il colpo d'occhio della tendopoli attorno all'Osservatorio. Tutti i mezzi in gara passeranno la notte qui, nel parco chiuso, dopo aver fatto assistenza. Custoditi dai commissari di percorso, che bivaccheranno secondo consolidata abitudine nottambula di questi simpatici volontari degli sport del motore. E si può star sicuri che più di qualche pilota o centauro resterà in loco con il camper, risparmiando sulla logistica e sull'albergo. Perché non è certo tutto oro quello che luccica nel tout terrain, ma c'è anche tanta semplicità e voglia genuina di avventura, coniugata con dei portafogli "sgonfi".
Poi, naturalmente, l'occhio indugia sullo "stand" della Mitsubishi, che mostra i muscoli del marketing agonistico pure nelle impeccabili divise dei meccanici. E si comprende la distanza tra uno squadrone ufficiale e gli altri team, comunque importanti e blasonati. Ma l'Italian Baja non è la fiera delle vanità, tra i concorrenti c'è il cameratismo che può dare vivere assieme le emozioni di uno sport.
A partire per prime, come detto, le moto. Scatenato Franco Dal Bello, che vuole subito dimostrare di poter lottare per il primato e fa segnare il miglior tempo in entrambe le manche. Il centauro pordenonese si è messo dietro Enzo Manenti al termine dei primi 2 giri, e poi il favorito Matteo Graziani (Ktm 525, n. 1). Classifica che vede quindi Dal Bello in testa, con 10" di vantaggio su Graziani e 12" su Manenti.
Ma la gara lunga potrebbe rimescolare i valori in campo: sabato due settori selettivi di 130 km ciascuno (partenze alle 10 e alle 13.30) e domenica un settore selettivo di 105 km (partenza 7.30) seguito dalla super speciale breve di 8 km. Velocissimo Angelo Montico con il quad, bandiera anche lui, degli agguerriti concorrenti pordenonesi. Infine le auto, variopinte e spettacolari come non mai. La specialità è cresciuta, trionfa la sperimentazione di linee, assetti, motorizzazioni, la voglia di stupire. Qualche mezzo fa più rumore che strada, ma forse è l'occhio impietoso del cronista, che non ha sottomano il cronometro. E resta comunque affascinato dalla voglia che hanno tutti di "tenere giù" il piede.
Un solo secondo il distacco in prova di Masuoka e Peterhansel; il portoghese Carlos Sousa staccato di 12 secondi.
Le due Mitsubishi ufficiali oggi in pole position Pronostici rispettati nel prologo auto all'Italian Baja.
Il più veloce è stato il giapponese Hiroshi Masuoka (già vincitore della Dakar a gennaio) su Mitsubishi Pajero Evolution che ha fermato i cronometri sul tempo di 5'33" per completare l'unico giro di 7 km. Un solo secondo più veloce del compagno di squadra Stephane Peterhansel con l'altro Pajero ufficiale. Distacco minimo, appena 12", anche per il portoghese Carlos Sousa, sulle terza Mitsubishi ufficiale, in versione però Strakar. Dominio netto della Casa dei tre diamianti, ma Gregoire De Mevius con la Bmw X5 ha concluso in 5'46" e se si calcola che il belga ha sbagliato la parftenza e ha dovuto fare manovra alla prima curva, si capisce bene che forse il miglior tempo poteva essere addirittura il suo. Quinto posto per Al Mutawei, degli Emirati Arabi, su Nissan Pick up che ha destato grande impressione di potenza e agilità, mentre sesto si è piazzato Luc Alphand, sempre su Bmw. Alle sue spalle il primo dei due buggy Tarek Volkswagen, quello di Jutta Kleinschmidt, dalla forma allungata e, per la verità, un po' sgraziata. Per trovare il primo italiano bisogna scendere al decimo posto occupato dall'ex rallista Marco Tempestini su Nissan pick up del team Promotech che è riuscito a piazzarsi con un tempo di 6'03". Alle sue spalle il campione italiano 2002 Marco Auteri su Pajero Evolution RalliArt, undicesimo e staccato da Tempestini di 11 secondi.
Il prologo comunque è servito solo a delineare la griglia di partenza per la prima tappa e a scaldare i motori dei protagonisti.
Superato anche l’ostacolo amianto ora si parte, dopo il prologo, con la gara vera.
Buggy. Manca Schlesser, ma ci sono i due Volkswagen di Jutta Kleinschmidt e Stephane Henrard, spettacolo di agilità e potenza.
Club. Sono ben 375 gli uomini dell'organizzazione curata dal Fuoristrada Club 4x4, un piccolo esercito perché tutto funzioni a dovere. Donne. Numerose mai come quest'anno, sia al volante che sul sedile di destra. E noi citiamo la "nostra" bionda Sandra Castellani a fianco di Antonio Manfrinato (Suzuki Grand Vitara n. 215). Elicotteri. Quanto piace a Tavella sorvolare la "sua" gara e comandare il "suo" esercito dall'alto. Friuli. Un po' di campanilismo non guasta: dopo gli arrivi a Bibione, stavolta ci si esalta con il gran finale nel capoluogo regionale.
Germanetti. L'unico vincitore dell'Italian Baja mondiale è stato finora Franco Germanetti, su Nissan nel 2000. Hiroshi. La prima volta di Masuoka al Baja è sicuramente un evento. Il "jap" ha vinto le ultime due edizioni della Dakar e nel 2001 fu "scippato" da Schlesser. Logico dargli i gradi di favorito. Italiani. Sono poco più della metà dei concorrenti in gara. Perciò, quasi stranieri in casa, dovranno battersi allo spasimo per tenere alta la bandiera.
Look. Mondo a parte quello del tout terrain, che non bada alle apparenze. Ci si sporca la tuta e si respira atmosfera di avventura.
Mitsubishi. L'unico squadrone ufficiale presente all'Italian Baja: due macchine per la Coppa del Mondo (Peterhansel e Masuoka), una per l'Europeo Baja s (Sousa). Unico obiettivo: vincere. Nissan. Niente impegno ufficiale al Baja per l'altro Costruttore leader giapponese nei fuoristrada, ma una serie di team privati molto agguerriti. Orioli. Il "friulafricano" (Nissan Patrol n. 207) non disdegna affatto la gara pordenonese, di cui fu il primo vincitore (1993) quando era soltanto una sfida a livello nazionale. Pordenonesi. Un quartetto nelle moto - Franco Dal Bello, Stefano Candida, Reno Sellan e Marco Taviano - e Angelo Montico tra i quad, in grado di battersi per la classifica che conta.
Quad. Record di partecipazioni (25) e spettacolo assicurato dalle moto a quattro ruote. Rallysti. Il Baja oggi può contare su Antonio Manfrinato e Marco Tempestini, quest'ultimo vincitore del Rally del Cellina 2002.
Schlesser. Il grande assente della sfida. Peccato, ma lo rivedremo certamente all'opera.
Il Baja termina in Piazza Unità d'Italia a Trieste, sontuoso finale che strizza l'occhio agli sponsor istituzionali.
Carlo Ragogna Ufficio Stampa italian Baja