Meno di due settimane alla corsa mondiale dei fuoristrada sui greti di Meduna, Cosa e Tagliamento (25/28 giugno). Le iscrizioni arrivano abbondanti alla segreteria del comitato organizzatore e tutto lascia pensare che quest’anno verrà superata la soglia fatidica dei 100 concorrenti tra auto, moto, quad e camion.
Un successo in piena regola, perdurando la crisi economica generale, che si spiega per tre ordini di fattore: gli specialisti stranieri hanno comunque alle spalle sponsor importanti; il cambio di data (da marzo a giugno) ha permesso il recupero dei mezzi logorati alla Dakar (gennaio); la corsa organizzata dal Fuoristrada Club 4x4 Pordenone vanta una delle migliori pagelle FIA a livello assoluto.
Sfida globale con 23 nazioni rappresentate, perché ci sono russi e kazaki, lettoni e lituani, arabi da Qatar, Emirati e Giordania, europei da ogni parte e sudamericani da Argentina, Brasile, Colombia e Perù. “L’Italian Baja – sottolinea una nota degli organizzatori – non è solo competizione, ma anche una grande occasione d’incontro e amicizia tra sportivi appassionati”. Contesto ideale per festeggiare in anticipo i 60 anni di Franco Picco, eroe italiano alla Dakar. Il centauro vicentino ha messo assieme un totale di 24 partecipazioni alla corsa più grande del mondo, contando le sfide africane in moto (secondo nell’88 e nell’89), quelle in auto, il lavoro in assistenza e di nuovo sulle due ruote sperimentando anche la versione moderna in sud America, incurante di una carta d’identità che segna al 4 ottobre 2015 il traguardo dei dodici lustri. Nel 1993 fu uno dei tredici concorrenti del primo Italian Baja, vinto dal suo grande rivale Edi Orioli, ma Picco andò “a picco” con il motore rotto di un Suzuki Vitara. Adesso ritorna a Pordenone alla guida di un quad Can-Am 800, esordio sulle quattro ruote artigliate pensando alla Dakar 2016.
Carlo Ragogna Ufficio Stampa italian Baja
